Il palazzo della "Missione" - Braschi-Quarenghi

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Il palazzo della "Missione"

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Il palazzo della Missione



Il palazzo della Missione fu ideato nel 1738 dal card. Giovanni Battista Spinola, abate commendatario di Subiaco, con l'intenzione che fosse abitato dai "Preti della Missione" e che costituisse un ampio casamento spirituale di tutta l'Abbazia di Subiaco.
I lavori di costruzione iniziarono nel 1749 e si protrassero per 10 anni. Il complesso monumentale fu inaugurato nel 1765; per l'occasione fu scoperto il busto del cardinale, morto nel 1752, busto che venne collocato sul portale della antica cappella palatina al secondo piano dell'edificio.
I padri predicavano ogni anno a rotazione le missioni alla popolazione delle parrocchie dell'Abbazia e gli esercizi spirituali al clero abbaziale; poi si aggiunse l'insegnamento di canto gregoriano e liturgia sacra agli alunni aspiranti al sacerdozio.
A partire dal 1768 le stanze dell'appartamento papale ospitarono illustri ospiti, tra i quali il card.Giovannangelo Braschi di Cesena, poi eletto nel 1765 al soglio pontificio col nome di Pio VI.
Durante i suoi soggiorni sublacensi questi era solito riunire, alla sera, una scelta schiera di persone colte, oltre ai "Preti della Missione", per intrattenersi con loro in dotte conversazioni su argomenti letterari e scientifici e, "poiché aveva cuor gentile, faceva servire l'adunanza di scelte e dolci paste".
Benefici e doni di ogni genere furono l'opera grandiosa di Pio VI, che elevò Subiaco al rango di città.
A causa di una imprudente amministrazione dei beni pertinenti al palazzo, tuttavia, in meno di 50 anni l'opera dello Spinola fallì con grande danno spirituale per la popolazione sublacense. I fondi del palazzo vennero alienati e lo stesso palazo passò nelle mani dei creditori
Nel 1810, quando Subiaco subì la seconda annessione napoleonica dopo quella del1799, il palazzo entrò nei possedimenti del governo francese, fino a quando se ne impossessò il sig. Giuseppe Rossi, che aveva prestato dei soldi ai Padri della Missione. Fu allora che i Padri furono costretti ad abbandonare per sempre il palazzo.
Il 1867 fu per Subiaco l'anno di forti scontri tra le truppe garibaldine, che marciavano su Roma per fare della città la capitale del Regno d'Italia, e le truppe francesi, che difendevano lo Stato pontificio. Queste si acquartierarono nel palazzo della Missione, che per qualche tempo divenne una caserma.
Suvccessivamente il palazzo venne messo all'asta: Lo comprarono per 18 £ le suore francesi del SS. Sacramento, che vi aprirono nel 1869 un asilo infantile, le scuole elementari, un laboratorio diricamo.
L'opera delle suore giovò grandemente alla popolazione
Il terremoto del 1915, che lesionò l'edificio, e l'entrata in guerra dell'Italia, portò le suore ad abbandonare il palazzo, che al termine della guerra venne acquistato dall'Abate di S. Scolastica, mons. Lorenzo Simone Salvi, e affidato alla Mensa Abbaziale.
Alcune aule furono affittate dal Municipio di Subiaco per alloggiarvi le scuole elementari.
Quindi vi fu ospitato l'Istituto Magistrale, istituito nel 1939 ed intitolato ad Arnaldo Mussolini e, successivamente con l'avvento della Repubblica, a Giovannangelo Braschi, insigne benefattore di Subiaco.
Attualmente è di proprietà della Curia diocesana di Tivoli.
Nel documento allegato si può leggere una parte dell'articolo di d. Luigi Caronti,  già docente del Braschi, sulla storia del palazzo della Missione.


 
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